Ogni inquadratura è un viaggio che racconta l’intero territorio valtellinese e attraversa paesaggi antichi con le parole di Mario Soldati dal libro “L’avventura in Valtellina” e quelle dell’agronomo settecentesco Pietro Ligari dal manoscritto “Ragionamenti d’agricoltura”.
Il film è stato presentato alla Festa del Cinema di Roma del 2009, al Trento Film Festival 2010, al Festival Cinematográfico Internacional del Uruguay 2010, al Jeonju International Film Festival 2010, al Tiburon International Film Festival 2011, alle Journées du Cinéma Italien di Nizza 2012.
Il documentario rappresenta un valido documento che, attraverso le immagini, racconta la realtà, la storia, l’eccezionalità ed i valori immateriali dei vigneti terrazzati del versante Retico della Valtellina. Lo scopo è quello di comunicare quanto è stato fatto nei secoli in Valtellina dall’uomo che, con diligenza e scienza, si è rapportato positivamente all’ambiente realizzando un territorio coltivato che ancora oggi, e anche per il futuro, è viva e provata testimonianza di sapienza agricola, di capacità produttiva, di rispetto della natura e di valorizzazione del territorio. Inoltre mira a facilitare l'azione sensibilizzatrice nei confronti delle attività imprenditoriali locali, in particolare quelle ricettivo-turistiche, affinché il territorio vitato terrazzato venga percepito da tutti come un bene pubblico di forte immagine identificativa territoriale.
"Valtellina, vigne e vini.
Chi fra noi, cittadini comuni, ha ancora un rapporto diretto e partecipe col mondo del vino? Credo, oramai, solamente quei pochi che il vino lo coltivano, ne curano i frutti e lo producono.
Per il cittadino comune, ossia il cittadino metropolitano, l’approccio al vino è con gli scaffali espositivi: la bottiglia da rigirare tra le mani, anche se dall’etichetta non si capisce molto. Qualcuno, con ingenua curiosità, espone il vetro in controluce per vedere trasparenza e colore del contenuto. Chissà.
In passato, invece, non era così. Il momento del vino, nella mia infanzia contadina, era vissuto con partecipazione diretta al rito che ogni anno puntualmente si ripeteva e perpetuava a cominciare, appena fuori dall’inverno, dalla preparazione della vigna con la cura dei tralci e della zolla.
E poi in primavera, quando le mani del vignaiolo frugavano con dolcezza nel fitto del fogliame dove spuntavano i primi grappoli ancora minuti come neonati.
Prossimi all’autunno, ogni giorno si scrutava il cielo e si invocava l’aiuto divino perché la burrasca e la temutissima grandine non rovinasse il raccolto.
E finalmente la vendemmia. Mani addestrate e agili coglievano grappoli ricchi di umori della terra e vigore del sole, dai chicchi turgidi di succo e di luce.
E mentre si colmavano cesti in contentezza, dai filari delle vigne salivano canti di festa quasi si compisse il rito di ringraziamento per un premio meritato.
La pigiatura era festa per tutti: augurio di abbondanza e rassicurazione di sopravvivenza. Il vino è l’immancabile offerta all’ospite, un invito alla compagnia, alla pacifica convivenza. Il vino è alimento e insieme sostanza di sacralità."
(Ermanno Olmi)
Muretti a secco
P-Art